Eleonora 19 mesi, è una bambina molto vivace. A fine giornata, la sua educatrice Clara, la trova in piedi sulla poltrona destinata all’allattamento. Benché Clara, glielo abbia ripetuto decine di volte di non salirci, sembra che Eleonora non abbia ancora integrato questa regola. Clara si arrabbia e presa dal nervosismo e dalla fatica le grida di scendere immediatamente. Eleonora sobbalza, resta immobile e la guarda senza battere ciglio. Clara si avvicina furibonda per farla scendere ripetendole la regola con motivazione annessa. Eleonora non si muove e dopo qualche istante si mette a sorridere. Clara va su tutte le furie. Si sente presa in giro da Eleonora e si arrabbia pensando sentendosi disarmata di fronte a lei.

Proviamo ad analizzare la situazione con attenzione:

Perché Eleonora reagisce in questo modo?

Vi ricordate quando si parlò nello scorso articolo(quello sulle crisi emozionali) della suddivisione del cervello in cervello rettiliano, sistema limbico e corteccia prefrontale? Abbiamo visto che la corteccia prefrontale è l’area in assoluto meno sviluppata soprattutto nei primi 3 anni di vita, e che il cervello rettiliano è predominante. Per questo motivo i bambini vivono forti emozioni che appaiono “esagerate”. Sarà solo con lo sviluppo delle aree neo-corticali (neocorteccia) che, gradualmente, il bambino acquisirà la capacità di regolare i propri impulsi ed emozioni.

Ma torniamo ad Eleonora. La sua reazione, coinvolge questa volta, non la corteccia prefrontale come nell’articolo precedente, ma il cervello rettiliano che gestisce le funzioni vitali,la respirazione, la circolazione, il movimento ecc. ed e’ responsabile anche di aiutarci in caso di pericolo/stress, di fronte alle minacce reali o potenziali.

Clara urlando ad Eleonora, la fa sussultare ed Eleonora prova paura. In quel momento, il suo organismo è sottoposto ad una condizione di stress che fa innescare i circuiti di allarme del cervello inferiore, attivati dall’amigdala (che ha il compito di elaborare il significato emozionale degli eventi), causando una “tempesta ormonale” con il rilascio di diversi ormoni, tra cui il cortisolo (l’ormone dello stress). Il cortisolo scatena una reazione di allarme nell’organismo. l’organismo risponde automaticamente come se fosse una minaccia potenziale e rilancia tre risposte possibili→ lotta/fuga/congelamento (fight, flight, freeze). l’organismo di Eleonora reagisce immobilizzandosi (congelamento). Se i livelli di cortisolo si manterranno alti, si potrebbero verificare effetti negativi su altre parti del cervello (approfondiremo questo concetto nel prossimo articolo).

E Perché in seguito allo spavento Eleonora ride?

Percependo che Clara si avvicina verso di lei, Eleonora torna in se, lo stress diminuisce e i livelli di cortisolo ritornano nella norma. Il motivo per il quale Clara è arrabbiata è già stato dimenticato.
ricapitolando brevemente: Eleonora sale sul letto, Clara si arrabbia, lei sussulta l’organismo reagisce, Eleonora ritorna alla realtà dopo un breve momento di immobilizzazione e… vede solo una persona arrabbiata andare verso di lei.
La priorità è cercare di far tornare nella ‘norma’ quella persona arrabbiata contro di lei ridandole il buon umore. Cosa fa allora Eleonora? Semplice, Sorride!. Perché secondo la sua corta esperienza relazionale, per far tornare il sorriso ad una persona arrabbiata… si sorride.
Clara che non capta assolutamente le sue intenzioni, si infuria ancora di più e pensa che la stia prendendo in giro e quindi si fomentano sentimenti negativi dovuti ad un’incomprensione relazionale.
Delle volte l’adulto dimentica che i bambini mettono costantemente in pratica il modestissimo bagaglio relazionale che hanno acquisito durante quei pochi mesi di vita. Loro, Si creano un mondo in funzione alle loro esperienze e alla loro maturazione cerebrale e questo mondo è ancora ben lontano dal nostro.

Ma cosa fare quindi?

  • È consigliato gridare solo di fronte ad un reale pericolo. L’ideale sarebbe di avvicinarsi al bambino, ripetere la regola, motivandola, e invitandolo a rispettarla. Il bambino è in una ricerca costante di coerenza e ha bisogno che le regole stabilite siano sempre le stesse e che gli siano costantemente ricordate.
  • Cercare di utilizzare il meno possibile la negazione e invece di dire ‘Eleonora non correre’ trasformarlo in ‘Eleonora qui si cammina’. A livello cerebrale quando diciamo ad un bambino di non correre, lui visualizza prima il verbo e poi la negazione quindi la consegna con la negazione sarà meno efficace.

Concludo dicendo che non è assolutamente facile fare il genitore/l’educatore e che esula in me la ricerca della perfezione. Nonostante ciò sono convinta che queste semplici chiavi di lettura ci possano aiutare a relazionarci con il bambino in maniera più empatica e positiva diminuendo la nostra frustrazione che nasce dall’incomprensione e da quel perenne sentimento di inadeguatezza che ci accompagna costantemente.

A cura di Chantal Greco

testi di riferimento

– A. Bortolotti, e se poi prende il vizio?
– D. Siegel, M. Hartzell, Errori da non ripetere
– M. Vecchiato, Il gioco psicomotorio

ph credits: https://willowglentutoring.wordpress.com/2013/05/31/dont-scream-at-the-kids-turn-your-words-to-gold/