Molto spesso i genitori – e delle volte anche le educatrici- mettono il bambino seduto prima che lui riesca a mettersi da solo. Al posto però di fargli guadagnare tempo, questo lo frena nella sua evoluzione motoria.
Una grande parte delle educatrici sanno che è sconsigliato mettere seduto un bambino che non ha ancora conquistato quella posizione. Effettivamente, metterlo seduto, significa privarlo delle esperienze senso-motorie che sono necessarie per una buona conoscenza di se stesso.
Un bambino alla nascita, non conosce il proprio corpo. Non sa di essere un’entità a parte, non sa per esempio che le sue mani, i suoi piedi li appartengono. Scoprirà progressivamente che cos’è il suo corpo quando lo toccheremo , quando lo porteremo e anche quando si muoverà in autonomia.
Girare la testa, mettere le mani in bocca, prendersi i piedi, cercare e capire come girarsi, come strisciare, sono delle esperienze e tappe essenziali nel suo sviluppo.

SEDUTO TROPPO PRESTO PER DELLE CATTIVE RAGIONI

crediamo di fare la cosa giusta quando mettiamo un bambino in posizione seduta. È la pratica corrente della maggioranza delle famiglie e di certi educatori non ancora informati.
Le argomentazioni che ne escono fuori sono numerose. Paura che si annoi, per l’abituare a crescere , perché l’abbiamo sempre fatto e visto fare, perché così ha due mani libere per giocare, perché può vedere meglio quello che lo circonda.
Lo si fa anche per assicurarsi del suo buon sviluppo, perché si ha l’impressione di vederlo ‘crescere’ e di vederlo avvicinare alla posizione verticale della marcia, per rispondere alla domanda del medico ‘sa stare seduto?’, per farsi piacere, è anche voler fare un piacere al bambino.
Lo si fa perché a volte piange in posizione sdraiata, o perché lo vediamo rialzare la testa come se volesse sedersi. In verità metterlo seduto si tratta di un movimento non fisiologico che provoca delle tensioni e delle cattive posture in tutta la sua muscolatura. La fisiologia delle nostre articolazioni e dei nostri muscoli è fatta per avere dei movimenti di rotazione attorno all’asse della nostra colonna vertebrale.
Più spesso e più tempo il bambino sarà messo in una sdraietta o in una sedia con posizione semi sdraiata, più avrà l’abitudine di questa posizione e di questa vista sul mondo e più ricercherà questa posizione.

EFFETTI SFAVOREVOLI SULLA SUA MOTRICITà

sempre più spesso, si constatano gli effetti negativi di queste abitudini. I bambini messi seduti prima del tempo, potrebbero restare delle ore e delle settimane dei mesi interi immobilizzati come prigionieri di questa posizione. Non sanno come ‘uscirci’. Infatti un bebè messo in posizione seduta, ha paura di cadere (quando è proposta prima che l’acquisisca, la sua schiena non è pronta a livello muscolare e articolare per sostenere il peso), quindi si irrigidisce per evitare di cadere.
Alcuni prendono delle scorrette posture, seduti sul bacino , troppo avanti o troppo indietro, con la schiena troppa curva o troppo dritta. Evitano di muoversi, delle volte anche solo girare la testa, per non perdere l’equilibrio.
possono giocare solo quando ci sono dei giochi davanti a loro, possono guardare gli avanti e indietro dei compagni e degli adulti. Delle volte Stanno molto attenti al fatto che nessun compagno si avvicini a loro per paura che quest’ultimi li facciano cadere e piangono per chiamare l’adulto.
Sono spesso inquieti si sentono vulnerabili e molto dipendenti dall’adulto.
Si sporgono per prendere un oggetto o un gioco ma molto spesso non osano staccare il loro sedere da terra per scivolare a pancia in giù.
Ad un certo punto comunque e per fortuna, questi bambini trovano il modo di spostarsi da seduti. Possono finalmente seguire l’adulto nei suoi spostamenti, andare a cercare giochi e esplorare il mondo.
Questo modo di spostarsi è spesso rapido ma è limitato e non fa lavorare l’insieme del corpo.le loro braccia restano spesso immobili con poca sensazione e poca forza.
l’alzarsi in piedi e scendere è di conseguenza più complicato.
Scendere in sicurezza da alzati chiede un’ottima padronanza delle ginocchia (piegarle) e di sporgersi in avanti e appoggiare un ginocchio e una mano per terra. Oppure il bambino si lascia cadere seduto all’indietro con una caduta più o meno controllata e sicura.
Camminare sarà anche quello difficile perché il bambino sarà di conseguenza disequilibrato. Avrà la tendenza a cadere all’indietro sul sedere (o peggio la schiena) al posto di cadere in avanti sulle ginocchia e sulle mani in sicurezza.

PORTARLO A SENTIRSI SICURO IN UN’ALTRA POSIZIONE

non mettere il bambino in posizione seduta prima che non lo sappia fare in autonomia, vuol dire dargli la possibilità di fargli scoprire le sue possibilità di movimento partendo dalla posizione supina. Metterlo in uno spazio sicuro, un tappeto confortabile con l’adulto presente e disponibile, il bambino cercherà allora di prendere i suoi piedi, mobilizzare il suo bacino, girarsi (dopo tante prove ed errori: è la base dell’apprendimento), come spostarsi (all’indietro inizialmente). Dopo aver imparato a strisciare, il bambino scopre il gattonare (che è lo stesso movimento alternato braccia e gambe che ritroviamo nel camminare). Questo gli permette di superare gli ostacoli in autonomia e con prudenza.

Allora cosa fare quando si accoglie al nido un bambino che ha l’abitudine di restare seduto?

Trattarlo bene e rispettarlo in primis ovviamente, non lasciarlo piangere per il fatto che vi è stato detto di non mettere seduti i bebè! Prima di tutto fare conoscenza con questo bambino, portarlo quanto basta, rassicurarlo, cercare di conquistare la sua fiducia e farlo sentire sicuro.
In seguito cercare delle soluzioni per permettergli di ritrovare piacere e sicurezza in altre posizioni. Per questo ci vuole pazienza e lavorare in sincronismo con lui.
Durante il cambio per esempio permettergli (se il bambino in generale è tranquillo ed ha fiducia, sa che l’adulto resta li con lui) , di giocare con le sue gambe, piegarle, mobilizzare il suo bacino e fargli fare movimenti rotatori.
Mettersi su un tappeto molto vicino a lui, magari metterlo anche sulle gambe o contro di lui; lo rassicurerà e saprà che non andrete via. Secondo l’età e il suo sviluppo, metterlo supino e di fianco a voi (che vi possa toccare) o prono o ancora a gattoni tra le vostre gambe.
Potreste farlo sedere a cavallo sulle vostre gambe oppure lateralmente cosicché possa sentire i suoi piedi sul pavimento e provare sensazioni di appoggio senza la paura di alzare il sedere e cadere senza fatica, visto che le nostre gambe lo sostengono adeguatamente.
Queste sensazioni nei piedi, gambe, bacino, sono necessari per avanzare nell’esplorazione senso-motoria che li permetteranno di ritrovare quell’autonomia psicomotoria e che lo porteranno verso una marcia armoniosa e un equilibrio rassicurante.

Les pros de la petite enfance, traduzione Chantal Greco
immagine tratta dal libro di Emmi Pikler, ‘datemi tempo’