Quando si diventa genitori, la vita si trasforma, cambia. Con essa anche le abitudini.

Una domanda che viene posta in continuazione ai neo-genitori è: ‘ Allora? Dorme la notte?’
e la risposta che segue è sempre sostenuta da un tono di inadeguatezza, sconforto e impotenza. Perché il più delle volte è: ‘No, si sveglia ancora spesso’. Sentirsi ripetere la solita domanda, fa pensare che un bebè che non dorme tutta la notte abbia un problema e che per forza di cose si sta sbagliando in qualche cosa.

Il sonno è un bisogno fondamentale, quando questo viene a mancare si cambia, si diventa nervosi di malumore, irrazionali. Il non sapere la causa di questi risvegli notturni, peggiora la situazione così la coppia decide di provare a mettere in atto i consigli di amici e parenti.

Lucia ha 7 mesi. Da quando è nata si sveglia parecchie volte la notte, fino a 5 volte. I suoi genitori disperati Chiedono consiglio ai parenti che le dicono di lasciarla piangere perché deve imparare a dormire in autonomia, di non addormentarla assolutamente in braccio se no la viziano e soprattutto di insegnarle già da subito a dormire nella sua stanza.
Chiedono consiglio agli amici che le dicono di smettere l’allattamento perché è quello la causa dei ripetuti risvegli. Garantiscono che con il latte artificiale dato la sera, sarà appesantita e dormirà liscia tutta la notte. Se non dovesse funzionare, consigliano la melatonina (senza sapere troppo cosa sia) che l’aiuterà a dormire. Consigliano anche la camomilla, loro la davano quando il bambino aveva già solo 3 mesi.
Chiedono al pediatria, che risponde che è tutto normale senza aggiungere troppe spiegazioni lasciandoli nello sconforto.

I risvegli notturni sono frequenti nei bambini e raramente si conoscono genitori che hanno bambini che in maniera del tutto naturale dormono tutta la notte. Se è il tuo caso, sei proprio fortunato. Se non è il tuo caso, forse questo articolo potrebbe esserti utile per capire il motivo di questi risvegli. Non vi darò soluzioni miracolose perché non esistono. Ma a livello conscio, conoscere il perché e sapere la motivazione alla base ci aiuta a farci forza senza gettarci nello sconforto.

Per prima cosa, è fondamentale sapere che i risvegli notturni sono fisiologici. Si, lo so, avete sentito questa frase un miliardo di volte, ve l’ha detto il pediatra, l’educatrice al nido, lo avete sentito alla tele ma… cosa vuol dire realmente?

In primis vuol dire che il sonno è un processo evolutivo. Un neonato, un adulto e un anziano non dormiranno mai nella stessa maniera.
come un bambino impara a camminare superando diverse tappe fisiologiche e strutturali (strisciare gattonare ecc.) impara anche a dormire tutta la notte perché acquisisce nuove funzioni cognitive, fisiologiche,ormonali che permettono al suo sonno di evolvere.

Ma arriviamo dunque al sodo…

perché i bambini si svegliano la notte?

A livello psichico, soprattutto nel primo anno di vita, il bambino subisce dei forti cambiamenti dovuti alle numerosi connessioni neuronali che consolidano le sue competenze. Se ci si sofferma solo un istante al percorso, ai cambiamenti a cui deve far fronte un neonato in questo primo anno si può percepire la difficoltà e la paura di quello che sarà quando riaprirà gli occhi e l’ansia di quello che proverà nel chiuderli. Da qui l’alto contatto che il neonato nei primi mesi richiede per addormentarsi. Non è raro vedere neonati che vogliono dormire solo sul ventre materno/paterno. nell’utero tutti i suoi bisogni erano soddisfatti automaticamente fuori, si ritrova in un ambiente a lui estraneo con delle sensazioni sconosciute e con una capacità cognitiva ancora arcaica e incompleta per poter comprendere cosa sta accadendo. Più il suo cervello matura e più comprende che è un essere a se stante, che il soddisfacimento dei suoi bisogni primari dipende da altri e che le figure di attaccamento possono andare via senza che lui abbia idea di quando tornino, insomma, un periodo non proprio facile, tante novità da gestire per un cervello in via di formazione.
Partendo da questi presupposti che non vanno ignorati, è interessante scoprire come funziona il sonno del neonato e quello dell’adulto.

cicli e Microrisvegli

Per farla breve e non entrare troppo nel tecnico, il sonno è caratterizzato da più cicli. La durata di questi cicli varia a seconda del soggetto e dell’età. Dai 50 minuti nei neonati ai 90/120 minuti negli adulti. La fine di ogni ciclo è caratterizzato da risvegli brevi detti ‘microrisvegli’ (dai sei ai 10 per notte). Dopo un microrisveglio, si riparte con un nuovo ciclo.

‘Ma siamo sicuri? A me non sembra di svegliarmi così spesso!’

Noi con le acquisizioni cognitive e funzionali di cui parlavo, abbiamo imparato a gestire questi microrisvegli in una maniera tale che non ce ne accorgiamo neanche. Al massimo, ci rigiriamo nel letto, tiriamo su la coperta e ci riaddormentiamo senza avere coscienza dell’esserci svegliati. Il neonato non sa ancora farlo. Questi microrisvegli sono necessari e fondamentali per il nostro organismo. passare otto ore completamente disconnesso dal mondo può essere controproducente come stare nella stessa posizione per otto ore di seguito non è proprio benefico per pelle articolazioni e muscoli.

Un altro importante fattore che fa leva sul sonno del neonato soprattutto nei primi mesi di vita, è legato ai suoi livelli di glicemia e al suo bisogno affettivo

ipoglicemia e bisogno affettivo

La maggior parte dei neonati ha bisogno di nutrirsi di frequente (e quindi svegliarsi) per evitare l’ipoglicemia, un abbassamento del tasso di zucchero nel sangue. Inoltre questo nutrimento così frequente, li aiuta a svilupparsi e crescere. Non dimentichiamoci che durante il loro primo anno di vita i neonati triplicano il loro peso.
Capirete come la natura abbia bene pensato di ridurre i cicli di sonno nei neonati per permetterli tutto ciò. Piccole sieste sulle 24 ore della giornata sono perfette per loro… un po’ meno per noi, concordo.
Non bisogna tralasciare il fatto che il neonato ha bisogno di sentire costantemente il calore, l’odore e creare quel legame di attaccamento iniziale che per lui è ragione di vita. Ecco perché i neonati adorano, come detto prima, addormentarsi sul ventre materno o paterno.

Come avrete capito, a livello fisiologico e ormonale, i neonati sono geneticamente programmati per avere dei risvegli frequenti. Questa capacità acquisita dalle nostre anzianissime generazioni ci ha permesso di non estinguerci nel tempo.
Più il bambino cresce, più acquisisce nuove competenze e ad ogni nuova competenza motoria o cognitiva, il cervello la rielabora La notte ovviamente. non è raro vedere dei bimbi che quando imparano a stare seduti, si mettono in questa posizione molte volte anche mentre dormono! In questi stadi, dopo magari un periodo di ‘illusione’ i risvegli torneranno frequenti anche più di prima. Stiamo parlando di quelle che vengono chiamate sleep regression.

sleep regression (o regressioni del sonno)

Arriva a tutti il momento tanto atteso. Il bambino da qualche giorno dorme quasi tutta la notte!! via libera ai festeggiamenti e pensiamo che in fondo in fondo, non è andata poi così male, ci poteva andare peggio! Ma l’amica con 3 figli, ci riporta con i piedi per terra dicendoci ridacchiando: ‘ehh ti piacerebbe eh! aspetta e vedi, mica è finita così, ’ ma noi, facciamo finta di non sentire e ci diciamo che ogni bambino è a sé e che lei magari è stata solo sfortunata. Fino a quando… i risvegli ritornano… e non solo, ritornano più frequenti di prima…il mondo crolla e le parole dell’amica echeggiano fastidiosamente nella nostra testa.

Tornando al caso di Lucia, vediamo Cosa parenti e amici le hanno consigliano di fare:

– ‘le dicono di lasciarla piangere’

argomento a cui tengo molto che meriterebbe un articolo a parte.

Mi limito (in questo articolo) a dire che ignorando il pianto di un neonato lo farà sentire abbandonato, il messaggio che faremo passare sarà quello che i suoi bisogni non sono degni della nostra attenzione. Di conseguenza dopo svariate svolte, subentrerà la rassegnazione e smetterà di protestare. Ma attenzione, non pensiate che abbia ‘appreso’ a dormire, no, ha solamente imparato ad ‘auto-drogarsi’. Infatti ignorando un neonato che piange, questo continuerà fino a che le sue tonsille reggeranno. per fortuna il nostro corpo sa che non potrà durare per molto in una situazione del genere e troverà una soluzione per riportare la calma nell’organismo. Come? Facendo secernere endorfine e serotonina per calmare la situazione.
Ma lo stress che abbiamo provocando al neonato, ha anche fatto aumentare il suo livello di cortisolo (ormone dello stress) l’attivazione eccessiva e continua del suo sistema di allarme ….. può avere un effetto tossico sul cervello (più precisamente sull’ippocampo) che in un neonato è in piena formazione. Questo effetto tossico, provocherebbe delle perdite neuronali.
Sapete cosa succede quando il tasso di cortisolo e il tasso di serotonina sono elevati? Si vomita involontariamente. Non è raro che il neonato ignorato, vomiti. Un po’ come quelle scene dei film dove la persona sotto shock vomita. Ecco, il motivo è dovuto da un livello di cortisolo e serotonina troppo elevati.

– ‘le dicono di smettere l’allattamento perché è quello la causa dei ripetuti risvegli’

Avrete capito ormai che l’allattamento non centra nulla con i risvegli notturni anzi, è un ottimo modo per gestire al meglio questi momenti. Nelle ore che il corpo destina al riposo, la prolattina, che è l’ormone principale coinvolto nella produzione di latte, aiuta madre e bambino a riaddormentarsi più facilmente grazie al suo effetto rilassante. Inoltre è prodotta in quantità maggiore durante la notte e questo fa sì che le poppate notturne aiutino ad aumentare la quantità di latte prodotto.
A volte si sceglie di smettere di allattare pensando di risolvere il problema. Ci si ritrova poi in difficoltà quando i risvegli persistono e, se prima con la poppata il bambino si riaddormentava in tempo zero, ora senza l’adorata ‘tetta’le cose diventano più complicate.

Petit rappel:

Appurato che i risvegli notturni non derivano dall’allattamento, ricordo che l’OMS consiglia di continuare l’allattamento finché mamma e bambino lo desiderino. Ogni donna che allatta ha il diritto di smettere quando vuole senza pressioni esterne ne giudizi ne sensi di colpa. Come Una donna che decide di continuare ad allattare a termine, deve essere libera di farlo senza nessuna pressione sociale.

– ‘Consigliano anche la camomilla, loro la davano quando il bambino aveva già solo 3 mesi.’

prima dei 6 mesi, non bisognerebbe dare nulla al di fuori del latte. A maggior ragione se il bambino è allattato.
La camomilla è sconsigliata a causa delle sue proprietà allergeniche e anafilattiche ( Hale 2002).
senza contare che le tisane creano un falso senso di sazietà che potrebbe creare nel bambino dei problemi nella loro capacità di autoregolazione e di conseguenza squilibri alimentari.

– ‘ consigliano la melatonina’

La melatonina è un ormone che secerniamo in assenza di luce solare e che favorisce l’addormentamento. Si è constatato che da dei buon risultati in quei pazienti adulti che fanno fatica ad addormentarsi.
Ad oggi non ci sono sufficienti studi che dimostrano il suo impatto sui neonati.
Nei neonati, il livello di melatonina è basso. Aumenta fino al terzo mese di vita (momento in cui il ritmo circadiano, si stabilizza) ma raggiungerà il suo valore massimale tra il primo e il terzo anno. In seguito, i valori riscenderanno per raggiungere il livello degli adulti. Tutto ciò dovrà avere un senso no? Io credo che se la natura ha scelto di non accordare ai bambini lo stesso livello di melatonina degli adulti, una ragione ci sarà, però ad oggi (se esiste) è ancora sconosciuta.
c’è anche da considerare il fatto che la melatonina favorisce l’addormentamento ma non ha nessuna influenza sui risvegli notturni e sono proprio quest’ultimi che creano problemi ai genitori.

– il co sleeping

è scontato dire che alla richiesta di contatto fisico del neonato, il co sleeping, potrebbe essere una soluzione ideale sia per il sonno dei genitori che per il sonno del bimbo. Ovviamente, è a discrezione di ogni famiglia.
Se si decidesse di adottare questa meravigliosa pratica, (molto corrente in Giappone dove i figli dormono fino ai 5 anni con i genitori e dai 5 anni all’adolescenza con i nonni) non bisogna dimenticare le raccomandazioni per prevenire la SIDS sindrome della morte in culla infatti, Il lettone dei genitori può costituire un rischio per i lattanti molto piccoli (fino a 4 mesi circa) o fino a 6-8 mesi se esistono alcune particolari situazioni:1
• genitori fumatori (anche solo in gravidanza) o fortemente obesi
• genitori con ridotte condizioni di vigilanza (uso di alcool, sostanze stupefacenti, farmaci che inducono sonnolenza, eccesso di stanchezza, malattie, ecc)
• temperatura eccessiva (lattante febbrile o numerose coperte e cuscini)
• più di due persone nel letto
• nato prematuro o con un peso inferiore ai 2,5 kg alla nascita
in alternativa se il letto dei genitori è di dimensioni ridotte o la paura di far male al neonato fa passare delle notti ancora peggiori di quello che sarebbero, in commercio esistono dei lettini apposta da unire al lettone.

ma quindi…tornando al sonno del bambino, quando comincerà a dormire tutta la notte?

Il bambino comincia a regolarizzare il sonno indicativamente dai 3 ai 6 anni. c’è sempre da tenere conto che è proprio la notte che il cervello rielabora tutti gli stimoli della giornata. Non meravigliosi se dopo una giornata caotica e stressante il bambino non farà una notte con i fiocchi. Al bando televisione tablet giochini musicali, di certo non sono la soluzione migliore se si vuole accompagnare il bambino ad affrontare una notte serena. Via libera a coccole nel lettone a patto che non si trasformino nell’amato gioco del solletico o ‘la lotta’ per i papà che quelli li lasciamo per il pomeriggio evitandoli la sera. Un bel libro dopo un bagnetto caldo è l’ideale. Lasciamo stare gli orologi, osserviamo solo i segnali che nostro figlio ci invia, al primo sfregamento di occhi o al primo sbadiglio sarà il momento ideale per accompagnarlo nel suo sonno. Non tardiamo troppo però perché un bambino che ha troppo sonno, sarà un bambino che farà fatica a scaricare le tensioni accumulate fino a quel momento. Per quanto riguarda i tanto temuti risvegli, ora che sappiamo da cosa sono dovuti, starà a noi trovare quello che a nostro figlio riesca a farlo riaddormentare. c’è chi si addormenta con il seno, chi con una coccola, chi nel passeggino, chi dopo uno spuntino. Non abbiate paura di ‘abituarlo male’, il bambino ha solo bisogno di sentire la nostra presenza e di essere aiutato in queste fasi del sonno che non riesce ancora a gestire. In questi duri momenti il lavoro di equipe è fondamentale. Papà e mamma si devono sostenere e aiutare a vicenda.
Come detto all’inizio, con questo articolo purtroppo non so darvi rimedi miracolosi o pozioni magiche, spero comunque di aver dato una chiave di lettura alternativa per comprendere al meglio questa fase delicata sia per gli adulti che per i più piccini.

Bibliografia

– Carlos González. (2017). Bésame Mucho come crescere i tuoi figli con amore. Coleman Editore

– William F. Ganong (2010). Fisiologia medica. Piccin

– Rosa Jové. (2017). Dormir sans larmes, les découvertes de la science du sommeil de 0 à 6 ans.Editions des Arènes

– Catherine Gueguen. (2018). pour une enfance heureuse. Robbert Laffont.

https://www.uppa.it/

https://lalecheleague.be/

http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_2.html