Le regole sono importanti e necessarie per il buono sviluppo psico-fisico dei bambini. Fin qui siamo tutti d’accordo. Ma come rivolgersi al bambino per far si che il suo cervello riesca ad assimilare e comprendere al meglio la consegna?

E ora arriva il bello.

cosa succede quando ci chiedono a di ‘non fare’ una determinata cosa?

  1. il cervello ci fa visualizzare l’azione che non dobbiamo fare
  2. al ‘non’, scatta un meccanismo di annullazione rivolta a quell’azione che NON si deve fare
  3. infine dobbiamo adottare il comportamento contrario all’azione che inizialmente il cervello ci ha fatto visualizzare

Vediamo se con le immagini il messaggio passa più chiaramente.
Nel post troverete un fumetto che ho tradotto per voi, preso dalla pagina del libro di Isabelle Filliozat psicoterapeuta francese che riassume in maniera esemplare questo concetto che a parole è difficile esprimere (vedi foto allegata).

il concetto è più chiaro ora?

Ovviamente il cervello di noi adulti è abituato a questa ‘ginnastica cerebrale’ ma per un bambino di 12, 18 24 mesi e oltre, potrebbe risultare una vera e propria impresa.
Impostando la consegna in maniera positiva senza usare la negazione, ci sono più probabilità che il bambino afferri il concetto in maniera più immediata.

Invece di dire:
‘Alice non buttare il cibo per terra’ si potrebbe dire:’ Alice il cibo resta nel piatto’

oppure:
‘ Bambini in classe non si corre’ diventerà:’ in classe si cammina, andiamo in giardino a correre’

Sia chiaro, non è un rimedio miracoloso e per noi adulti sarà un vero e proprio esercizio costante perché le negazioni sono parte integrante della nostra vita. Ma con qualche accortezza e un piccolo sforzo giornaliero, potrebbe diventare una bella abitudine. Probabilmente anche la relazione con i nostri figli subirà un netto miglioramento perché, diciamoci la verità, a dirgli sempre cosa ‘non possono fare’ dopo un po’ esaurisce non solo loro ma anche noi.

testi di riferimento:

I. Filliozat, J’ai tout essayé