Ginevra, due anni e mezzo, si getta per terra al supermercato urlando perché la mamma ha rifiutato di comprarle le caramelle. Capricci ?

Giovanni, diciotto mesi, rifiuta di bere dal bicchiere blu e vuole bere solo da quello rosa e getta tutto per terra quando papà insiste. Capricci ?

Tornando da scuola, Alice chiede a sua madre la merenda e lei le porge i suoi biscotti preferiti. Appena vede che sono rotti, Alice comincia ad arrabbiarsi e gridare perché vuole dei biscotti interi.
Insomma robe da matti!
Capricci ?

Agli occhi della maggior parte dei genitori, si, sono capricci. I bambini fanno i capricci. Per non viziarli bisogna provvedere.

Ma cosa si intende con la parola ‘capricci’ ?


Il problema sta proprio qui. La maggior parte delle persone associa il termine ad un atto provocatorio che il bambino fa per fare un ‘dispetto’, per testare l’adulto, per metterlo in difficoltà. In realtà, è una risposta del cervello del bambino a situazioni troppo complesse da gestire per lui.

Quindi cosa succede ?

Succede che l’adulto si chiude a riccio pensando di farsi beffeggiare dal bambino. Si impunta restando sulla sua posizione autoritaria e si mette sulle difensive. In poche parole…fa i capricci :).


Ma è davvero del ‘cinema’ ? Questi comportamenti nei bambini sono realmente dei ‘capricci’ intesi come delle esigenze futili ? Oppure sono dei comportamenti più che comprensibili tenendo in considerazione l’evoluzione del loro cervello ?

Abbiamo la certezza che i nostri figli siano coscienti del loro tentativo di presa di potere su di noi ? 

– ‘Vedi come mi guarda con quell’aria di sfida mentre fa quello che gli ho appena detto di non fare ?’

Ma cosa succede nel bambino in questi momenti ?

Eh si, perché succede bene qualche cosa. Il bambino non reagisce così ne per caso ne per intenzione di farci un dispetto. Prima di arrabbiarci quindi, chiediamogli cosa sta succedendo, pronunciare queste parole ci aiuterà a inibire le nostre abituali pulsioni.

C’è una sola certezza : il bambino non cerca ne di tenderci una trappola ne di testarci. Non ne ha semplicemente le capacità intellettuali per farlo.

Quando crediamo che nostro figlio stia facendo i capricci, tendiamo a comparare il bambino e le sue capacità cognitive, il suo sviluppo cerebrale con quello di un adulto.

Mi spiego meglio.

Se il vostro collega Claudio si getta per terra sbattendo i piedi, urlando e piangendo perché in quel momento non potete prestargli la vostra penna, sarà legittimo pensare che stia ‘leggermente’ esagerando. È ovvio che ci si aspetta che un adulto si riesca a controllare maggiormente di fronte a situazioni di frustrazione.

Un bambino però non è un adulto ! Il loro cervello è molto diverso.

Il cervello del bambino non ha ancora le competenze per riuscire a gestire le proprie emozioni, frustrazioni e pulsioni. Le zone cerebrali incaricate di questa gestione non sono completamente funzionali.
In particolare la corteccia prefrontale che controlla le impulsioni e le emozioni comincerà a maturare solo a partire dai 5 anni.

Questo significa che il bambino non è in grado di controllare le sue reazioni emozionali. Esprime la sua emozione senza filtri.

Il vostro collega Claudio, dovrebbe in teoria riuscire a sormontare senza troppi problemi il fatto che voi non possiate in quel momento prestargli la penna grazie alla sua corteccia matura. Si, è deluso perché aveva proprio bisogno due secondi di quella penna, ma sicuramente la prossima volta che ve la chiederà, in un momento in cui non ne avrete bisogno, gliela presterete senza problemi !

Riuscirà a relativizzare : ok, alla fine è solo una biro… vado a prenderla nell’altro ufficio.

Catherine Gueguen chiama questa capacità ‘la capacità di rivalutazione’.

Questa capacità non la troveremo in Ginevra, Giovanni e Alice per qualche anno ancora.

Quindi no, gettarsi per terra per un pacchetto di caramelle non è un capriccio ma è solo la manifestazione di un sentimento intenso che il bambino non può ancora controllare e gestire. Stessa cosa per Giovanni e Alice. Quest’ultima poverina, ha passato una giornata dove ha cercato di controllarsi al massimo a scuola : ha seguito le regole della classe, si è sforzata di mangiare con il cucchiaino a mensa senza sporcare dappertutto, si è anche fatta sgridare per aver spinto Alessandro in giardino ! Non si è proprio riuscita a controllare, lui non voleva dargli la macchinina con la quale non stava nemmeno giocando ! Insomma, ha cercato di fare il massimo perché sapeva che le manifestazioni intense delle sue emozioni non sarebbero di certo state accolte con empatia in queste circostanze. Quindi le ha represse. Ma i biscotti no eh ! I biscotti rotti sono stati proprio la goccia che ha fatto traboccare il vaso ! L’occasione giusta per scaricare tutte le tensioni accumulate durante la giornata di fronte alla mamma o al papà che di sicuro avrebbero capito e sarebbero stati pronti ad accogliere il suo malessere e la sua fatica in maniera comprensiva !

Ma allora che fare ? Assecondiamo tutte le richieste del bambino ?

NO NO NO E POI NO ! Se la mamma di Ginevra ha deciso che alle 18h di sera le caramelle al supermercato… anche no, per tutti i motivi possibili ( tra poco si cena, ha già mangiato troppi zuccheri ecc.) rimane un no !

La differenza è sostanzialmente guradare la situazione da un punto di vita diverso per poter aiutare Ginevra ad affrontare questo momento difficile :

No, Ginevra non sta facendo i capricci è solo molto arrabbiata, stanca e frustrata.

Punirla, minacciarla sgridarla, sarebbe veramente controproducente, Ginevra è già travolta da una tempesta emozionale, non ha bisogno che aggiungiamo in lei altri sentimenti ed emozioni negative.

Quello di cui ha bisogno, è di empatia e di strategie per insegnarle progressivamente a fare fronte a queste frustrazioni.

Come possiamo fare ?

Cominciando ad ignorare lo sguardo e le frecciatine delle persone che ci circondano

Se ci vergogniamo del comportamento di nostro figlio, e cominciamo a chiederci cosa staranno pensando di noi, metteremo in pratica strategie per far terminare la crisi reprimendole :

– ‘Se non la finisci le prendi’ 

oppure

– ‘Ora la smetti se no stasera vai a letto senza storia’

O magari comprandogli le caramelle a patto che la smetta.

Facendo così, probabilmente il bambino smetterà ma noi non lo staremo aiutando concretamente nel gestire le sue emozioni e le crisi che non riesce a controllare.

Generalmente quando si è fuori casa funziona prenderlo in braccio contendendolo, mantenendo la calma, parlandogli dolcemente accompagnandolo in questa tempesta emotiva. Non importa se le sue grida ricompriranno le nostre parole, la nostra postura, il timbro della voce, il contenimento saranno sufficienti.

È importante cercare di nominare ed identificare le sue emozioni :

-‘ Mi sembra di capire che tu sia davvero arrabbiato, è così ?’ (ovviamente l’obbiettivo non è che ci risponda).
Nominando le sue emozioni, i circuiti della sua corteccia prefrotnale registrano e associano lo stato d’animo con la situazione e si rinforzano. Progressivamente questi circuiti incaricati di regolare gli impulsi emozionali, diventano più efficaci e funzionali.

Quando si è a casa, in un ambiente più contenuto senza gente che aggiunge ansia a lui come a noi con occhiatacce non richieste ci si può sedere di fianco a lui dicendogli : ‘ Mi sembra tu sia davvero arrabbiato/triste per questo o quello, quando vuoi il papà è qui per un abbraccio’.

La maggior parte delle volte, contenere il bambino fisicamente e nominare le emozioni hanno un effetto magico e il ritorno alla calma arriva abbastanza velocemente. Ci sono anche bambini che non amano essere toccati in queste situazioni, in quel caso ci renderemmo disponibili appena lui lo vorrà.

Quando il bambino si sarà calmato, se è abbastanza grande, è utile ritornare su quello che è successo cercando di capire assieme il perché di quello o di questo e magari, perché no ?, trovare assieme delle strategie per far sì che la prossima volta non succeda. Un esempio, si potrebbe provare, prima di andare al supermercato, ad avvisare il bambino che non si comprerà nulla che non sia sulla lista. Delle volte è davvero sufficiente anticipare.

Fonti:
Gueguen C. ‘ Pour une enfance heureuse’, Paris, édition Robert Laffont, 2014Filliozat I. ‘J’ai tout essayé !’, Poche, 2019Antier, Edwige, ‘ L’autorité sans fessée/ élever mon enfant aujourd’hui’Miller Alice, ‘C’est pour ton bien’