Morde, picchia ed è aggressivo

Morde, picchia ed è aggressivo

– Viola, 10 mesi, morde sua sorella senza alcuna ragione apparente

– Sebastiano, 3 anni, non riesce a controllarsi e diventa spesso aggressivo in collettività

– La mamma di Luna, 18 mesi, è angosciata ogni volta che varca la soglia del nido. Quasi ogni giorno ultimamente Luna fa male a qualche compagno. Ormai tutti i genitori la guardano male.

In conclusione

– Giovanni, 2 anni, quando non è d’accordo si picchia e si fa male per manifestare il suo disappunto

Reazioni intense, impressionanti e incomprensibili per il mondo degli adulti.

I pensieri che emergono sono svariati:

– I genitori di Viola credono di essere troppo accondiscendenti.

– Ai genitori di Sebastiano viene chiesto se va tutto bene in famiglia.

– La mamma di Luna sta pensando di cambiare nido.

– Il papà di Giovanni pensa che la colpa sia di sua moglie che gliele dà tutte vinte.

Perché succede tutto questo ? Chi più chi meno passa da questa fase, quindi, una ragione razionale ci sarà… Quale ?

Ogni caso è a sé e va preso individualmente. Conta molto anche l’età del bambino.

Quando i bambini sono molto piccoli intorno agli 8 mesi lo fanno per svariate ragioni (per affetto, per gioco, per scoprire l’effetto che ha sull’altro, in seguito può subentrare la frustrazione di non riuscire a esprimersi e farsi comprendere ecc..)

È imperativo inoltre, cercare di capire se in quel determinato periodo il bambino sta passando dei grandi cambiamenti nella sua vita, positivi o negativi che siano, che potrebbero trasmettergli stress e ansia.

MA…sì, perché c’è un grosso ‘MA’ da tenere bene a mente …. I bambini hanno questi reazioni impulsive per due ragioni fisiologiche e cognitive da non sottovalutare e tenere bene a mente quando ci si trova davanti a queste situazioni.

Non è ancora capace di controllare le proprie emozioni e impulsioni…perché ?

Prima di tutto perché il cervello arcaico (chiamato anche cervello rettiliano) ed emozionale (o sistema limbico) sono quelli dominanti nel bambino.

Abbiamo già parlato della suddivisione del cervello in questo articolo

È il cervello arcaico che ci aiuta e si attiva in caso di pericolo/stress. È lui che ci farà reagire in maniera istintiva facendoci scappare a gambe levate di fronte a un pericolo per esempio. Questa parte del cervello sarà attiva e funzionale già dalla nascita… nostro figlio non avrà problemi quindi a mettere in atto dei comportamenti istintivi per difendersi da un reale pericolo, ma non avrà neanche problemi a reagire impulsivamente dal compagno che gli ruberà la sua adorata macchinina blu per esempio.

Indovinate chi controlla il cervello arcaico e ci aiuta a mantenere l’autocontrollo quando il vicino di casa mette la musica a tutto volume in piena notte svegliandoci i bambini… ?

La corteccia prefrontale ! Ebbene si, è lei che gestisce le emozioni, aiuta ad analizzare una situazione e a guardarla da una prospettiva diversa. Il grande problema è che se il cervello arcaico è funzionale dalla nascita, la corteccia prefrontale durante i primi 5/6 anni di vita è molto immatura nel cervello del bambino. È ben presente ma le connessioni tra quest’ultima e il cervello arcaico sono imperfette e difficili.

Inoltre, Il loro sistema nervoso parasimpatico, che ha la funzione di calmare, rilassare, implicato nella produzione di ossitocina, comincia a svilupparsi dal secondo anno di vita. Il sistema simpatico invece, che è quello che ci fa agire, che ci porta all’azione è già maturo dal primo anno di vita. Uno dei motivi per il quale i bambini sono sempre pieni di energia !

I due sistemi nervosi (simpatico e parasimpatico) dovrebbero trovare un punto di equilibrio per il buon funzionamento globale. Nei bambini questo non avviene e quello che ha la prevalenza è quello simpatico, che agisce e lavora in sincronia con il cervello rettiliano/arcaico in caso di stress o pericolo che fa aumentare la produzione di adrenalina e cortisolo (ormone dello stress).

Ricapitolando :

Quando a Giovanni, 2 anni e mezzo, viene preso un gioco dalle mani, automaticamente e istintivamente il cervello arcaico si attiva per far aumentare la produzione adrenalina e cortisolo chiedendo al sistema nervoso simpatico di far reagire il corpo. Questo porta il bambino a reagire in maniera impulsiva e irrazionale (mordendo per esempio) senza riuscire a controllarsi perché la sua corteccia prefrontale (che aiuta ad analizzare la situazione e a controllarsi) è immatura come anche il sistema nervoso parasimpatico (che ci permette di sorpassare un’emozione di calmarci, di controbilanciare l’emozione intensa con o il ragionamento o con la produzione di ossitocina sempre in collaborazione con la corteccia prefrontale).

Il cervello arcaico tra 1 e 3 anni è sommerso da valanghe di emozioni che lo fanno reagire istintivamente. Non riesce a riflettere e questo lo porta ad reagire nell’immediato e di fronte a delle situazioni per lui stressanti diventa aggressivo.

Non a caso, succede spesso che dopo la reazione impulsiva e l’episodio di aggressività verso un altro compagno, il bambino abbia uno sguardo perso, spaventato. Si rende conto di aver esagerato facendo male al compagno e colpevolizza in automatico per il suo atto che non è riuscito a controllare.

Questi comportamenti tenderanno a sparire verso i 5-6 anni in parallelo alla maturazione dei circuiti cerebrali. Umiliare verbalmente il bambino, trattarlo da ‘cattivo’ punirlo o minacciarlo serve solo a rallentare la maturazione di questi circuiti che ritarderanno la scomparsa di queste manifestazioni agressive. D’altra parte però Non bisogna neanche lasciar correre. Solamente intervenendo in maniera empatica e costruttiva si riuscirà ad aiutare il bambino a creare le connessioni giuste.

Come provare a comportarsi per gestire questi eventi?

Tenendo sempre in considerazione l’età del bambino si cercherà di 

– anticipare osservando il bambino cercando di capire cosa avviene prima del gesto aggressivo per provare a prevenirlo

nel caso non si riuscisse ad anticipare

– intervenire con uno ‘stop’ e interrompere il gesto

– ricordare la regole

– Accogliere il sentimento del bambino ma non il suo gesto :‘capisco che tu sia arrabbiato ma non accetto che tu faccia male ai compagni ! La prossima volta prova a dirle…’

per i più grandicelli

– dare fiducia al bambino e non umiliarlo : ‘ imparerai presto che anche se qualche cosa ti fa tanto arrabbiare, non si deve far male all’altro. Ho molta fiducia in te e sono sicura che riuscirai presto a controllarti’.

– proporre al bambino di prendersi cura assieme a noi della bambina/o a cui ha fatto male mettendole un cerotto per esempio.

In questo articlo ci siamo occupati prevalentemente di chi ha commesso l’atto aggressivo e non di chi l’ha ricevuto. Ovviamente anche quest’ultimo avrà bisogno della nostra attenzione e comprensione.

Fonti :

Fisiologia medica’ William F. Ganong (2010).

vivre heureux avec son enfant’ C. Gueguen, 2014
‘Au coeur des émotions de l’enfant, I. Filliozart, 2013